La Voce di San Teodoro – gen/feb 2005 – ANNO 7 - N.1
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STRATEGIA RIFIUTI ZERO
UNA SCELTA PER IL FUTURO

Il 18 gennaio scorso, nella sala di rappresentanza di Palazzo Tursi, ha avuto luogo un incontro pubblico sulla “Strategia rifiuti zero” della quale è stato relatore il Prof.Paul Connet, docente di chimica presso la St.Lawrence University ed uno dei massimi esperti internazionali che indaga sugli effetti sanitari derivanti dall’incenerimento dei rifiuti, autore di numerosi articoli pubblicati su prestigiose riviste scientifiche e fortemente impegnato nell’indicare strategie alternative nella gestione delle risorse (e non solo dei rifiuti).


Vi riassumiamo i punti salienti dell’intervento del Prof.Connet:


- Il movimento “Rifiuti Zero” si è sviluppato per l’impegno di comuni cittadini che hanno lottato per promuovere il riciclaggio e per sconfiggere inceneritori e discariche.
Negli Stati Uniti la scelta delle comunità per “Rifiuti Zero” ha bloccato la costruzione di 300 inceneritori e si è rivelata vincente sia dal punto di vista ambientale che economico.
- “Rifiuti Zero” coniuga l’impegno delle comunità per il riuso, la riparazione, il riciclaggio, la rimozione di sostanze tossiche e il compostaggio con l’impegno delle industrie nell’eliminazione di sostanze tossiche nella progettazione di imballaggi e di prodotti che possano quindi essere riusati, riciclati o compostati. Un impulso a migliorare le tecnologie, che hanno un ruolo fondamentale per ridurre al minimo gli scarti e l’inquinamento, anche con la ricerca.


- Questo cambiamento di stile di vita e di mentalità, come si è già dimostrato dove è avvenuto, crea posti di lavoro e imprese che raccolgono e lavorano materie seconde, fabbricando nuovi prodotti e riduce quindi la richiesta di materie prime, che non sono inesauribili. Inoltre l’estrazione, la lavorazione, il trasporto e l’eliminazione di risorse (con discariche e inceneritori) è una causa primaria di distruzione ambientale e di riscaldamento globale.
- Dal punto di vista pratico del cittadino si è verificato che il sistema di raccolta dei rifiuti può essere basato su quattro contenitori: uno per l’organico (che causa molti problemi alle discariche), uno per la carta, uno per vetro, plastica e lattine e l’ultimo per i residui (che le industrie debbono impegnarsi a ridurre al minimo se vogliono vendere i loro prodotti).
- Al dettagliante e al produttore si dovrebbero restituire i prodotti con componenti tossici e difficili da riciclare: se le industrie insistono sul loro uso e i governi lo consentono, dovrebbero introdurre una legislazione per richiedere a quelle industrie di riprenderseli per smaltirli.


- Stimolare i programmi di “riporto”, con l’incentivo della pubblicità gratuita derivante ai dettaglianti e ai produttori che si riprenderanno i contenitori di cibi e bevande, imballaggi, batterie e gomme d’auto, ecc.


- Occorre fornire incentivi a chi ricicla, con una riduzione della tariffa sui rifiuti, educando le comunità a scegliere prodotti che non inquinano, favorendo lo sviluppo di aziende, piccole o grandi, che possano raccogliere, lavorare e riusare, riparare o riciclare i materiali scartati, con la conseguente offerta di nuovi posti di lavoro alla comunità stessa.


- Vi sono molti esempi di città, grandi e piccole, che stanno portando avanti con successo la “Strategia Rifiuti Zero”: San Josè, California, U.S.A. (popolazione 849.363); Seattle, Washington, U.S.A. (popolazione 534.700); Canberra, Australia (popolazione 300.000); Santa Cruz, U.S.A. (popolazione 230.000); Guelph, Ontario, Canada (popolazione 100.000); Loveland, Colorado, U.S.A. (popolazione 37.000 abitanti), ecc. A queste si sono aggiunte S.Francisco (con il coinvolgimento di 850.000 abitanti), la regione occidentale dell’Australia, nonché paesi del sud del mondo quali l’Egitto, l’India, le Filippine,il Brasile.


- Il modello “Rifiuti Zero” sta muovendo la società nella direzione giusta, ed è certamente di gran lunga meglio che dipendere da una discarica per i rifiuti indifferenziati o dall’incenerimento. Oggi viviamo sul nostro pianeta, che ha risorse limitate, come se ne avessimo un altro dove andare!
Il modo con cui maneggiamo i nostri rifiuti è un microcosmo del modo in cui lo trattiamo. Se ci importa del nostro pianeta, deve importarci il modo in cui trattiamo i nostri rifiuti.


Il Presidente di Italia Nostra Liguria, prof.Federico Valerio, ha inviato a tutti i consiglieri comunali e provinciali una lettera nella quale contesta come “fasulle”le informazioni fornite ai cittadini sull’impatto ambientale e sanitario di un inceneritore; la lettera fornisce tutti i dati scientifici sui reali problemi derivanti dalla ricaduta dei fumi non solo nell’inquinamento dell’aria, ma anche del suolo e del mare e, conseguentemente, nella contaminazione di alimenti prodotti da quel suolo e da quel mare (basilico di serra a Prà, ortaggi prodotti negli orti urbani, pesce pescato nel golfo ligure).
I consiglieri che devono decidere quale sarà il futuro della città debbono fare le loro scelte basandosi su dati scientifici reali e non su informazioni palesemente sbagliate e di parte.
E’ l’ora di fare scelte innovative nella gestione dei rifiuti, in sintonia con le scelte europee e riducendo al massimo l’impatto ambientale.
E noi ribadiamo: i sistemi per documentarsi ci sono, e, come dice Paul Connet, solo gli amministratori pubblici pigri fanno scelte superficiali, perché le scelte giuste sono più impegnative..