UNA RIFLESSIONE SULLA CRISI IRACHENA.
In queste ore, mentre si consumano sul video le notizie preoccupanti di una imminente guerra in Iraq, assistiamo agli inutili balletti della diplomazia mondiale che tenta di arginare un evento che è già stato programmato da tempo: la guerra!
Come dice Giulietto Chiesa parlando della crisi Irachena "tutto è già stato stabilito dall’amministrazione Americana: per Marzo l’attacco sarà operativo e tutto quello a cui stiamo assistendo nel mondo, è una schermaglia puramente formale per gettare fumo negli occhi dell’opinione internazionale. Si cerca solo il – casus belli – per attaccare."
La gente comune, ma anche molti esponenti politici mondiali, si sono schierati a favore della pace, manifestando (è quanto è avvenuto nei giorni scorsi nelle maggiori città della Terra) il proprio dissenso alla volontà di realizzare un mondo caratterizzato da guerre continue contro questa o quella nazione colpevole di fomentare e/o finanziare il terrorismo "globale".
In effetti (citando il libro di Massimo Fini, Il vizio oscuro dell’Occidente) l’11 settembre ha creato una nuova era di terrorismo che da nazionale si è trasformato in globale, conseguenza logica e prevedibile della pretesa dell’Occidente di arrivare (come dice Ludovico Incisa di Camerana sulla rivista –Palomar-) ad un unico governo mondiale, un unico modello mondiale che si esprime nella globalizzazione (ma dobbiamo leggere mondializzazione) di un mercato mondiale con un unico tipo di individuo: il Grande Consumatore.
Perché di Consumismo parliamo, che è diventato la nostra prima legge di vita: lavorare alla ricerca del Bene che sempre di più sta diventando il consumo, totale e superfluo, ma estremamente e drammaticamente necessario.
In effetti , ricercando continuamente questo Bene, ma potremmo dire il Meglio, l’uomo occidentale si è creato il meccanismo infallibile dell’infelicità e, purtroppo, lo sta esportando ovunque.
Gli stessi Governanti non governano più le genti che li hanno eletti, ma essi stessi vengono governati dal mercato, che essendo globale è soggetto a leggi ferree comuni a tutti, la più importante delle quali è: chi non consuma non serve, per cui deve essere cambiato o, dove non è possibile farlo, eliminato!
Per questo motivo gli Stati Uniti (citando ancora Giulietto Chiesa) vedono come unica soluzione per dare respiro alla loro gravissima crisi economica, la corsa agli armamenti ed al petrolio della zona medio orientale.
Il grande problema del futuro, oltre alla guerra continua, sarà lo scontro tra i fautori della mondializzazione e le folle, deluse e frustrate, che ormai avranno smesso di crederci!
Fabrizio Torrielli