Se qualcuno vi invita alla “CENA DEI POPOLI”….Non andateci!!!

Chiedo a tutti scusa se mi permetto un simile consiglio, ma quello che scoprirete, se cederete alla tentazione, sarà terribilmente imbarazzante, violento e non vi passera’ dalla testa così facilmente. Anzi vi si installerà un tarlo in zucca che tutti i giorni, tre volte al giorno vi tormenterà inesorabilmente, forse ogni giorno di più!
Pertanto, se un giorno qualche sconsiderato vi invitasse, trovate scuse, altri impegni più importanti, finte malattie (non dite però che siete a dieta perché non è una scusa pertinente) e quant’altro ma non andateci!
Datemi retta!
Non voglio assolutamente tentare una cronaca di ciò che avviene durante tale cena, vi darò solo alcune mie personalissime sensazioni provate nei vari momenti che credo non vi lasceranno dubbi circa il mio caldo consiglio.

1) L’invito:
è un invito a cena e pertanto ti aspetti di cenare, quindi vai a digiuno, e per chi scrive questa non è una premessa da poco. E’ un invito fatto a tutti e per tutti, anzi senza tanti altri non funziona. Si capisce immediatamente che saremo in tanti, più di quanti ci aspettavamo, che la cena non sarà proprio intima. Ci sarà concorrenza per le specialità più prelibate.

2) L’accoglienza:
definirla “freddina” e non molto gioiosa è essere molto generosi. Ci sono pochi posti a sedere (11 per la precisione). Penso che saranno per i più anziani, mentre la cena sarà in piedi per tutti. Però la tavola è bene apparecchiata con dei bei fiori bene in evidenza.
Invece le 11 sedie a tavola sono assegnate assolutamente a caso e i restanti devono accomodarsi a terra. Non importa se anziani o con qualche “pancetta” un po’ ingombrante come la mia: per terra. Vi sembra sia questa una giusta accoglienza?

3) La cena:
è un piatto unico a base di riso, il cibo più diffuso e comune in tutta la terra, facilmente quantificabile numericamente (i chicchi si possono contare). Ed è proprio qui il nocciolo. Agli undici fortunati ne viene offerto 70 volte più che agli altri. Avete mai pensato di sedervi ad una cena dove le porzioni hanno un rapporto 1 a 70 quando la quantità totale del cibo è abbondante per sfamare tutti i commensali? Avete capito bene! C’è una pentola con il cibo per 150 persone e undici ne “pappano” il 70% mentre il restante 30 viene diviso ed in parti a ragion del vero non troppo eque. Come si fa a mangiare in queste condizioni? Se ne hai troppo hai gli occhi degli altri puntati addosso, se ne hai poco non puoi fare a meno di guardare il piatto del vicino e fare i paragoni. E’ una vera violenza! È un attentato alla pace tra i commensali!

4) Il dialogo:
a questo punto ognuno viene lasciato libero di comportarsi come crede. Allora ecco tutte le componenti umane entrano in azione: chi spinto dalla fame chiede umilmente cibo a chi ne ha in abbondanza, chi reclama il diritto alla sua parte di cibo costringendo gli altri a condividere, chi distribuisce spontaneamente a chi ha meno, chi difende con forza il proprio privilegio!

Credo di potermi fermare qui.
Chiedo scusa ai “Giovanissimi” se ho tralasciato altri aspetti che hanno suscitato non meno vive sensazioni e riflessioni ma credo che ciò basti per dissuadere i miei interlocutori a partecipare ad una simile cena.
Pero’....a questa cena noi partecipiamo da un pezzo!
Potremo declinare l’invito a questa rappresentazione ma non possiamo declinare l’invito alla realtà che ci vede seduti a tavola con il 70% del cibo davanti a noi ogni giorno!
Questo lo conosciamo bene, forse tentiamo di ignorarlo per riuscire ancora a portare alla bocca il nostro cucchiaio ricolmo.
Se a tavola ci sentissimo fissati da almeno 70 paia di occhi di quelli che anche oggi moriranno di fame forse il cibo comincerebbe a farci meno piacere.
Ricordiamocelo: questa sera ci sarà un’altra cena dei popoli e noi, volenti o nolenti, ne saremo i protagonisti.

Buon appetito. Alfredo



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