UN MEGAFONO PER DIALOGARE!

 

 

Cari lettori,

oggi una gran parte della vita democratica di un paese si gioca sull'informazione e lo stato dell'informazione – comunicazione, in Italia e nel mondo, è preoccupante.

Il pluralismo dell'informazione è più apparente che sostanziale, con tendenza al peggioramento.

Quello che milioni e milioni di persone ascoltano, leggono, e soprattutto vedono, ogni giorno, è definito da gruppi ristretti, che decidono ciò che il grande pubblico deve sapere e ciò che non deve sapere.

Ci siamo chiesti se, anche in questo campo, potesse avere senso a livello locale una iniziativa volontaria che abbia come scopo il fornire un "megafono" a chi, nel quartiere opera in vario modo dentro il

tessuto sociale.

Anche i giornali locali infatti, pur non mossi da uno scopo dichiaratamente ideologico, tendono ad alimentare solo l'ansia e il bisogno di sicurezza della gente. Ed ecco che è più facile che trovi spazio un episodio di cronaca nera piuttosto che una festa di quartiere, un episodio di intolleranza razziale piuttosto che una esperienza di integrazione fra culture diverse.

Anche la "politica" si è adeguata da tempo alle leggi dell'audience: è frequente assistere, in televisione, a dibattiti fra leader, opinionisti e alti prelati tutti sempre molto bravi e preparati; per la sinistra e per i movimenti antagonisti è suicida credere di sostituire questo tipo di comunicazione al rapporto diretto, "fisico" con la gente nelle strade, nelle piazze, nei quartieri.

La zona Via Napoli, Via Vesuvio, Oregina non è nuova ad esperienze di aggregazione culturale più o meno significative di cui si rilevano tracce nell’esperienza delle persone ancora impegnate nel sociale, a queste si uniscono realtà giovanili oggi molto attive. Quindi nel quartiere un'anima c'è, seppur a brandelli.

Ciò che è fuori di dubbio è che, dalla fase di preparazione al G8 ad oggi, le iniziative concrete si sono moltiplicate.

Altri episodi, purtroppo tragici, come l'attentato a New York, la guerra in Afghanistan e l’intervento militare preparato dagli U.S.A. nei confronto dell’Iraq hanno creato l'esigenza di incontrarsi per discutere e per capire. L’arretramento, anche elettorale, del centro-sinistra e l’attività politica dell’attuale governo del Paese hanno fatto il resto.

Ci aiuta inoltre la presenza fra noi di alcuni consiglieri di maggioranza della Circoscrizione, che evidentemente hanno intenzione di vivere il loro ruolo in una forma non solamente burocratico - istituzionale. Ci fa piacere per loro perché, nel fare il loro lavoro, si divertiranno di più.

E' il momento quindi di dare più visibilità a tutto ciò che accade intorno a noi. Questo non per rifugiarsi nel particolarismo della vita di un quartiere ma perché dall’impegno locale nasca nuovo impulso alla partecipazione ai grandi appuntamenti nazionali e internazionali.

Non sarà una vera e propria opera di "controinformazione" perché in un quartiere come il nostro, di informazione ce n'è pochissima. Basti pensare che vi hanno sede più di 100 associazioni che spesso non sanno nulla della loro reciproca attività.

Apriamo dunque questo "contenitore", che forse avrà anche un immagine in Internet ma che assolutamente non rinuncerà alla sua dimensione cartacea, perché non tutti possiedono un computer. E chissà che, un domani, non abbia invece bisogno di una edizione bilingue.

In pratica pensiamo di attenerci solo alle seguenti, semplici regole:

- il comitato di redazione ricevendo gli articoli decide se pubblicarli, in caso affermativo, senza censura e mantenendo solo una generica etica che consente ad opinioni diverse di trovare spazio e di potersi rispondere;

- la forma del giornale presuppone l'assunzione di responsabilità da parte di chi scrive, che firma gli articoli, o personalmente, o come associazione;

- il nostro orientamento politico è evidente ma di esso intendiamo rappresentare tutte le diversità e le contraddizioni senza alcuna censura o mediazione preventiva.

Auguri! Ne abbiamo bisogno.

Marco Colucci